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La dodicesima fragranza della monolitica collezione UNUM, vuole affrontare l’emozione delle emozioni: la paura, partendo, quasi come da tradizione, traendo ispirazione dall’estratto del Vangelo di Matteo che racconta la parabola delle dieci vergini, da cui viene anche scelto il nome; alla vicenda delle donne che, prudentemente, hanno messo da parte l’olio per alimentare le loro lampade, nel momento dell’arrivo dello sposo. Sappiamo che delle dieci donne solo cinque – definite proprio prudenti – parteciperanno alla festa di nozze, le altre, andate a cercare l’olio per le loro lampade, troveranno la porta chiusa. “Signore aprici”, diranno al loro arrivo ricevendo in risposta: “in verità io vi dico: non vi conosco”. Sappiamo ancora che, nell’attesa, si addormentarono anche loro, pronte però a destarsi e a prepararsi per esultare all’arrivo dello sposo: “vegliate, dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”, leggiamo in Matteo.
Ma questo è soltanto l’inizio. In realtà l’idea è quella di spingersi ulteriormente oltre le parole evangeliche per affrontare la paura in maniera più intensa e profonda, dove si collocano emozioni anche contrastanti, subendo il fascino seduttivo del pericolo, un “amor fati” come sosteneva Nietzsche, comunque presenza dell’incontrollato. Questo elemento segna la letteratura horror e non solo, ed è esattamente dominio dell’incontrollato su di noi. Eppure la paura ha sempre bisogno di altro per essere tale: non mancanza di coraggio, bensì presenza di ciò che più desideriamo. Colei che resta la massima aspirazione per la maggioranza degli uomini, è anche foriera di guai. È la libertà. Filippo Sorcinelli Ne il giorno ne l’ora.
E il profumo profonde l’idea della distruzione e del mutismo volontario e della introspezione necessaria a scavare nel bacile dell’esistenza più remota della pelle.
Ma controllare la paura genera attrazione verso di essa, provando addirittura piacere verso una paura ricercata, voluta e controllata.
L’uomo infatti è avvolto da una sorte orrifica, e la nostra società, con le violente omologazioni di massa, vuole stordirsi e negare la verità, ovvero Essere-per-la-morte.
Solo così l’uomo diventa io nella sua ombra più sorda ed oscura e manifesta la sua vera natura, fatta di contraddizioni e di desideri. Di fronte alla paura si generano infatti bisogni primordiali di apparente disordine fatti anche di erotismo sopito, occultato e pericoloso, rendendo possibile l’impossibile. Filippo Sorcinelli Ne il giorno ne l’ora
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